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Firenze tra antico e moderno!

Conoscere la Storia moderna di Firenza significa capire la Firenze moderna


La storia novecentesca di Firenze è una storia di grandi e continue trasformazioni, di cui i nodi espressivi dell'architettura sono solo il segno più visibile.

L'avvento della civiltà industriale, nei primi anni del secolo scorso, portò con sé cambiamenti economici, sociali, politici, ma anche urbanistici, con la nascita della prima edilizia popolare e di peculiarità abitative legate al gusto e alle tendenze progettuali del tempo, come le celebri "case a trenino", antesignane delle moderne costruzioni a schiera. Il periodo fascista - con la sua retorica della forma urbis - segnò altre mutazioni nel corpo vivo della città. Poi, vennero le profonde e dolorose ferite della guerra: la ricostruzione fu per Firenze, materialmente e simbolicamente, espressione di volontà e speranza. Al ripristino di quanto le bombe avevano danneggiato si accompagnarono nuove opere e infrastrutture, mentre il dibattito circa gli esiti e le destinazioni di quella rinascita coinvolgeva tutta la città.

Gli anni del benessere non risparmiarono a Firenze qualche speculazione di troppo, come del resto in tutta Italia, e interventi non sempre appropriati sul tessuto urbano. Ma, fedele allo spirito di avanguardia che la contraddistingue, Firenze non si sottraeva al fascino della sperimentazione e della discontinuità, anche grazie a una nuova generazione di architetti - figli e allievi dei predecessori - che già immaginava il futuro prossimo e venturo della città... Ma non va dimenticato che - in due circostanze particolari - Firenze ha dovuto affrontare momenti assai drammatici, veri e propri attacchi frontali alla sua integrità: l'attacco della natura, con l'alluvione del 1966, e l'attacco dell'uomo, la bomba mafiosa che nel 1993 uccise cinque persone e ne ferì circa cinquanta, distruggendo la Torre dei Georgofili e danneggiando pesantemente il Museo degli Uffizi e tutta la zona circostante.

Queste pagine sono state realizzate grazie alla gentile collaborazione dell'arch. Andrea Aleardi e della Fondazione Giovanni Michelucci.