Il Casentino in Toscana: Pratovecchio.

Itinerario Pratovecchio, piccolo centro nel cuore del Casentino


Centro del Casentino in provincia di Arezzo, con circa 3000 abitanti, Pratovecchio rappresenta uno dei nuclei storici del potere dei conti Guidi, feudatari dell'Impero che hanno dominato il Casentino fino al XV secolo. Le origini del borgo risalgono fino all'Alto Medioevo, ma è del 1191 la prima notizia certa che lo riguarda. Viene menzionato in un diploma imperiale di Enrico IV, nel quale lo conferma feudo dei Guidi.
Tale documento è da sempre considerato di grande importanza storica perché elenca i possedimenti sui quali i conti Guidi domineranno per molti secoli. Tra questi figura anche Pratovecchio, che probabilmente è già all'epoca vecchio di un centinaio di anni, essendosi sviluppato intorno ad un antico monastero del X secolo. Fino al XIV secolo dominano nell'area diversi rami della famiglia Guidi. Ad uno di questi, i Dovadola, si deve la costruzione di mura e fossati intorno al borgo medievale.

Pratovecchio è famoso per aver dato i natali al pittore Paolo di Dono detto Paolo Uccello (1369-1447), ma anche a Jacopo Landini (Jacopo da Pratovecchio; 1297-1358), pittore che aveva fondato una corporazione in Firenze e a Cristoforo Landino, filosofo e umanista. All'inizio dell'abitato, troviamo la Pieve di S.Maria a Poppiano, badia benedettina ad una navata, donata da Alberto e Ugo di Romena al Priore di Camaldoli nel 1099. Nel centro, un monumento da visitare, è la Chiesa delle monache camaldolesi (sec. XI), con l'attiguo monastero delle domenicane, eretto nel 1364, dove si conservano una "Incoronazione della Vergine" di autore ignoto (sec. XVI) ed un'altra "Assunzione della Vergine", forse di scuola fiamminga. A pochi chilometri dal centro, in direzione Firenze, troviamo dunque la Pieve romanica più famosa e importante del Casentino: quella di Romena (sec. XII). Strutturata a tre navate sorrette da colonne terminanti in capitelli variamente figurati, la Pieve è stata restaurata più volte in seguito ai terremoti; l'abside è formata da un doppio ordine di arcate e colonne cieche, e dagli scavi nella cripta sono emersi resti di una preesistente chiesa paleocristiana e di un tempio etrusco.

A pochi metri dalla Pieve, osserviamo anche i ruderi del Castello di Romena, posto su un colle già abitato dagli Etruschi ed eretto dai Guidi intorno all'anno Mille. Del Castello si conservano solo il mastio, la postierla, la torre della prigione ed il cassero ma soprattutto la notizia che vorrebbe proprio Dante Alighieri a scrivere il canto di Paolo e Francesca in questo luogo e D'Annunzio insieme ad Eleonora Duse a scrivere parte dell'Alcione.

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